Videogiochi: un’opinione controcorrente
Nella vita di tutti i giorni, ognuno di noi entra in contatto con milioni di stimoli: cibi, abbracci, baci, odori, dolori, piaceri...I teenager in particolare peró ne possono aggiungere altri: gli stimoli provocati dai videogiochi. I cosiddetti videogiochi, sono una realtá virtuale, a volte violenta, a volte competitiva, a volte difficile, che provova dipendenza, ne invoglia l’uso, grazie ai molteplici feedback positivi.
A mio parere, i videogiochi, sono una tecnologia negativa perché molti sono
violenti e tutti sono adrenalinici. Prima di tutto, i videogiochi rendono la morte e la guerra piacevole, il che é un enorme affronto culturale e sociale; inoltre, un giovane in crescita, puó essere impressionato da questa violenza e agire cercando di imitare questo modello. Un esempio, é l’attentato terroristico accaduto a Monaco nel 2016. Le investigazioni hanno portato a galla il passato del ragazzo diciottenne, che con una pistola, ha colpito e ucciso ben nove persone. Sembra che il ragazzo fosse un fan di videogiochi violenti e, grazie a questi, ha imparato come portare un’arma, sparare e uccidere.
Recenti studi, hanno rivelato che i teenager giocano una media di 13 ore di videogiochi alla settimana. Questo eccessivo tempo sprecato davanti ai videogiochi, porta a una perdita di immaginazione, distacco dalla realtá, povera condotta scolastica e cancellazione di ogni altra passione. Moltissimi teenager non sanno cosa fare quando sono all’aria aperta senza una consolle. Anche le relazioni fra amici sono rovinate dai videogiochi. Ormai, quando due amici si incontrano, il 90% delle volte é online per
videogiocare, e quelle poche volte in cui si incontrano realmente, lo passano a giocare ai videogiochi.
Secondo me, i genitori di questi ragazzi, dovrebbero aiutarli, imponendo delle
regole chiare su quando si possono usare i videogiochi e quando no. Anche le case editrici di videogiochi dovrebbero limitare il livello di violenza e cominciare ad affrontare questi gravi problemi. Alcune volte, posso capire che per i genitori, dire di no ad un figlio sia difficile, per esempio, mia mamma prova ogni giorno, ma è solamente grazie a lei se sono quello che sono e riesco a resistere a questa tentazione. Spero che ora anche i teenager che si riconoscono in questi atteggiamenti possano capire i loro errori e correggersi.
Marco Locatelli